25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne
Tante iniziative si stanno svolgendo in questi giorni per dire BASTA alla VIOLENZA SULLE DONNE.
Il Comitato CERCANDO FABRIZIO E… ha aderito all’iniziativa “Nessuna colpa, nessuna vergogna” partecipando al coming out delle donne che hanno subito violenza, sabato 23 novembre 2013, ore 15.30 piazza Castello, Torino. Tutto il nostro sostegno alle Donne che hanno raccontato la propria esperienza, condiviso il loro vissuto creando consapevolezza, liberandosi dai fantasmi del passato e urlando al mondo “…NON TOCCA A NOI VERGOGNARCI, tutto questo deve finire! Sensi di colpa, vergogna e la paura che si provano dopo un abuso sono la seconda più grande violenza dopo quella fisica, oggi , la voce di chi ha gridato con orgoglio “Noi siamo sopravvissute!” La giornata è stata promossa da “Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile” di Torino e dalla redazione di “XXD, rivista di varia donnità”.
Altra iniziativa: sullo scalone Juvariano di Palazzo Madama performance “Quante donne cadranno ancora dalle scale”, a cura di Leo Burnett in collaborazione con Fargo Film.
e qui …Il mostro si mimetizza nelle scale!
Il rapporto EurOgni ha reso noto che ogni 12 secondi in Italia una donna è colpita da atti di violenza fisica, verbale e psicologica.
Abbiamo anche partecipato ,venerdì 22 novembre all’Auditorium Arpino, via Bussoleno 50 Collegno , all’mportante serata con l’improvvisazione teatrale di donne stalkizzate . “La Miglior Arma di una Donna è la sua Forza” – teatro riflessione dramma dello Stalking Ideato e sceneggiato da Olivero Maddalena. Con l’intervento del Sindaco Accossato Silvana e dell’Assessore alle pari opportunità MANZI Tiziana. Momenti di vita reale per rappresentare la triste realtà dello Stalking e del Femminicidio
Sentire quelle voci e assistere a quelle rappresentazioni è stato come vedere passare un’ondata di fango che ci sommerge e fa paura. Oggi la speranza che questi momenti siano riflessione collettiva, attiva e reattiva per creare argini affinchè questa STRAGE ABBIA FINE!
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Scrivo due righe sul mio “coming out” ( senso letterale : uscire allo scoperto) di sabato scorso. Invitata all’evento dal Comitato CERCANDO FABRIZIO E…, ho aderito all’iniziativa manifestando l’intenzione di esserci ma senza rendere testimonianza. Soffro di pressione alta e mi emotivizzo troppo, questo il motivo addotto. Ma, appena arrivata, parlando con una volontaria, lei mi ha detto stringendo forte forte le mani alle sue, che anche una mia sola frase avrebbe potuto esser d’aiuto a un’altra donna che non ha il coraggio di ribellarsi alla violenza. Messa di fronte a questa argomentazione, anche la miglior motivazione del mondo crolla. E così….inizio. “Buonasera, sono Antonella e ho una splendida bimba di quasi sette anni di nome Valentina, che e’ qui con me. Noi sino a tre anni fa abitavamo a Palermo ma, a causa di una “giustizia ingiusta” siamo dovute fuggire qui, mentre il nostro aguzzino, carnefice, chiamatelo come volete, e’ rimasto indisturbato a Palermo. Dopo aver denunciato il papa’ di mia figlia per maltrattamenti in famiglia, dopo due anni di incontri protetti, si stava permettendo al reo di uscire liberamente con la bimba, portarla presso il proprio domicilio. E’ la stessa “non giustizia” che ha trafitto a morte Federico, un bimbo ucciso dal papa’ durante un incontro protetto, nonostante sia lui che la sua mamma avessero lanciato s.o.s. disperati sulla pericolosità di questo soggetto. Io vi sto parlando fra i singhiozzi, con la voce rotta dal pianto, per lanciare a tutte le donne che non hanno il coraggio di denunciare un messaggio di speranza, perche’ anche se e’ la via piu’ dolorosa, piu’ tortuosa, piu’ piena di ostacoli quella che ho percorso, e’ pero’ quella che ci ha condotte alla salvezza. Usando le parole di un eroe antimafia, sento di dirvi: “ho combattuto la buona battaglia, e spero di terminare la mia corsa quando finalmente Valentina non rischiera’ piu’ nulla, e sarà libera di vivere la sua vita senza l’ombra di un orco che vuole macchiare la sua infanzia.” Pur nella mia ignoranza, sapevo cosa i traumi possono arrecare ad un bimbo: balbuzie, autismo, patologie psichiatriche in eta’ adulta, e allora il grande amore per quel fagottino di sei mesi mi fece decidere per lei e feci la scelta piu’ difficile ma la migliore in assoluto. Potevo rendermi complice di un malvivente ai danni di mia figlia? NO. Ho sopportato con dignita’ anche le calunnie e le infamità proferitemi contro da lui, il quale ha ostentato con cinismo e spietata cattiveria la sua versione distorta dei fatti: io mi ubriacavo; io usavo psicofarmaci; e lui era preoccupato per la figlia. Ho avuto degli angeli: i Carabinieri, anche se non relazionarono dopo la mia chiamata al 112 e dovetti aspettare sei anni per ottenere una testimonianza verbale del militare al processo penale, e il centro antiviolenza della mia città, Palermo. Per il resto, a parte pochi amici, ho subìto un isolamento, un’emarginazione, una freddezza e boicottaggio anche dalla mia stessa famiglia, dall’ambiente di lavoro, che fanno piu’ male delle percosse fisiche perche’ quelle guariscono, ma queste ti restano impresse nell’anima. Perche’ ero io la cattiva, perche’ avevo denunciato….non importo’ a nessuno che lo avessi fatto non per mera vendetta ma per proteggere la mia bambina…..Io ho salvato Valentina e lei ha salvato me, perche’ l’amore per lei mi ha dato la forza di ribellarmi…..se lei non ci fosse stata forse avrei continuato a prendere le botte in nome di un innamoramento univoco, di un amore malato. Queste ultime parole le ho proferite fra le lacrime, in mezzo ad applausi e calorose strette di mano dei presenti, e abbracci delle volontarie che mi hanno rincuorata e consolata di un Dolore che sai che non ti lascerà mai piu’, finche’ vivrai ne porterai il Segno. Il messaggio che doveva passare e’ arrivato ai cuori dei presenti e questo e’ cio’ che importa…..se avro’ impedito ad un cuore di spezzarsi, non avro’ vissuto invano, chi salva una vita salva il mondo intero. Che senso ha la sofferenza? Non ne ha in se’. Ha il valore che gli attribuiamo, se il nostro Dolore ci rende esempi di vita per aiutare altri a salvarsi un senso ce l’ha, eccome, altrimenti penso che non serva a nulla. Spero che il mio messaggio arrivi anche a voi, se lo desiderate potete condividerlo.
La vs. Antonella con tutto il mio cuore…..da me a voi….un alito di Vita che la violenza non e’ riuscita a spezzare. Ho dimenticato queste mie ultime parole : “dentro la sconfitta di aver dovuto cambiare città e’ racchiusa la vittoria di veder crescere Valentina serena e felice, e’ questo che mi dà la forza di reagire ed andare avanti.”